Questo 2020, a detta di molti, verrà ricordato in Italia come l’anno della consacrazione dei pagamenti digitali.  I segnali che hanno dato adito a questa tesi sono sicuramente molti: basti pensare ad esempio al nuovo limite per il pagamento in contanti entrato ufficialmente in vigore con il decreto n. 124/2019 collegato alla Legge di Bilancio.  Il decreto in questione sancisce infatti la nuova soglia massima di spesa del contante a 2.000 euro (destinata a scendere a 1.000 euro da gennaio 2022) prevedendo inoltre sanzioni ai trasgressori calcolate proporzionalmente all’effettivo importo della violazione commessa.

 

Evasione fiscale, modernizzazione e tutela sanitaria

Questa scelta, presa inizialmente come rimedio contro l’evasione fiscale e con lo scopo di stimolare la modernizzazione della società e dell’economia, è stata accelerata anche e soprattutto grazie alla crisi sanitaria del 2020. La crisi del Covid – 19 ha infatti portato i governi ed i cittadini di tutto il mondo a riflettere sull’effettiva capacità di contagio dei virus. Il contatto fisico e lo scambio di beni ed oggetti volatili (come monete e banconote di carta) sono infatti i mezzi di diffusione più comuni per i virus.

 

Le parole dell’OMS

Anche la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) si è recentemente espressa sull’argomento, affermando la necessità di essere più cauti nell’utilizzo delle banconote per combattere la diffusione dei batteri e prevenire la proliferazione di virus come quello contro cui stiamo combattendo in questo momento. Recenti studi scientifici hanno infatti constatato la capacita di resistenza del virus sulla superficie delle banconote, sopra le quali può sopravvivere fino anche a nove giorni. Sono molti gli esperti che per questo motivo stanno ora suggerendo di evitare i pagamenti in contanti nei negozi, incoraggiando metodi alternativi e meno rischiosi come ad esempio i pagamenti digitali.

Denaro contante e virus: un problema già conosciuto

Che il denaro fosse un veicolo conduttore per virus e malattie era però un fatto già noto da tempo, basti pensare alla ricerca effettuata nel 2014 dalla New York University con il “dirty money project“, dove alcuni ricercatori ricostruirono lo stato di salute dei newyorkesi dal DNA dei microbi sul denaro in circolazione. Dalla ricerca sono stati identificati oltre 3mila tipi di batteri diversi tra cui alcune specie resistenti agli antibiotici. Il 20% circa del DNA batterico è risultato inoltre appartenente a specie conosciute, mentre il restante 80% apparteneva a microbi non ancora classificati. Il contatto con labbra ed occhi dopo aver tenuto in mano le banconote, può portare inoltre a problemi quali acne, ulcera gastrica, polmonite ed intossicazioni alimentari.

 

Il denaro contante ed i virus nelle scuole

Osservando le scelte del governo italiano, genitori e rappresentanti di classe potranno ora gioire del vantaggio ottenuto dalle nuove politiche sul denaro contante. Queste limitazioni porteranno infatti dei vantaggi sanitari anche ai bambini ed ai rappresentanti di classe alle prese con la raccolta di denaro per le varie attività scolastiche. Il rischio di contagio nelle scuole è infatti già di base abbastanza elevato, soprattutto per i bambini che frequentano scuole elementari e dell’infanzia. Questi ultimi sono infatti spesso a contatto tra di loro, interagendo con giochi e superfici che ora più che mai necessitano di una maggiore igienizzazione. A questo va aggiunto anche il rischio di dare loro in mano i soldi da consegnare a scuola per attività come gite o mense, con il conseguente rischio che questi, dopo aver toccato il denaro, entrino in contatto con occhi e bocca.

Grazie alle direttive del governo, unite ad una maggiore sensibilità sull’argomento sanità ed ai nuovi mezzi di pagamento digitali disponibili, le attività scolastiche potranno essere pagate con strumenti molto più sicuri per la salute di tutte le persone che gravitano intorno al mondo della scuola.