Pago in Rete e PagoPA possono davvero essere l’unico metodo di pagamento accettato da parte degli enti pubblici? No, Lo dice l’Antitrust (vedi comunicazione recepita qui da pagoPA) che sottolinea come la piattaforma dei pagamenti alle amministrazioni pubbliche non possa essere l’unico mezzo per estinguere il debito. Grazie alla segnalazione, emanata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in merito all’adesione obbligatoria alla piattaforma pagoPA da parte degli Enti pubblici,  le Amministrazioni devono ora poter consentire ai cittadini di continuare a utilizzare anche i metodi di pagamento non ancora integrati nel servizio pagoPA. Nonostante il Codice dell’Amministrazione Digitale prevedesse l’obbligo di utilizzo esclusivo della piattaforma pagoPA, le relative Linee Guida precisano invece che si possano affiancare a questo servizio anche altri metodi di pagamento, tra cui:

  • La domiciliazione bancaria (SDD)
  • I pagamenti tramite F24
  • Eventuali altri servizi di pagamento compresi i versamenti in contanti presso gli uffici appositi.
  • Eventuali altri servizi di pagamento non ancora integrati con il Sistema pagoPA e che non risultino sostituibili con quelli erogati tramite pagoPA poiché una specifica previsione di legge ne impone la messa a disposizione dell’utenza per l’esecuzione del pagamento; 

 

La confusione sull’obbligatorietà di pagoPA e PagoInRete per le scuole.

 

A causa di alcuni problemi di comunicazione, diversi comuni ed enti pubblici (come le Scuole) hanno obbligato i cittadini a pagare imposte solo esclusivamente attraverso la piattaforma elettronica partecipata dallo Stato e sotto l’indirizzo della Presidenza del Consiglio, escludendo così la possibilità di utilizzare altre forme di pagamento.

A questo problema, si aggiunge anche il fatto che il pagamenti tramite PagoPA prevedono una commissione per ogni operazione a seconda del Prestatore di Servizi di Pagamento con cui viene effettuata.

Il problema, come spiega la stessa Autorità, deriva dal fatto che secondo la legge entro il 28 febbraio 2021 tutti i pagamenti della Pa dovranno essere effettuati attraverso la piattaforma pubblica. 

Nel frattempo, però, il decreto Rilancio dello scorso maggio ha previsto che i Comuni che accettano pagamenti attraverso l’addebito in conto corrente o conto postale possano applicare ai propri cittadini «virtuosi» una riduzione fino al 20%.

Tutto questo però scrive il garante Roberto Rustichelli, “un siffatto susseguirsi di modifiche e deroghe normative ha evidentemente generato incertezza nelle Amministrazioni Pubbliche, tanto che alcune di esse, anche importanti dal punto di vista demografico, risulta abbiano ristretto al solo sistema PagoPA le modalità ammesse per i pagamenti”. Un’incertezza, spiega, che può avere effetti anche dal punto di vista della concorrenza “dal momento che ha portato all’ingiustificata e non corretta esclusione di una modalità di pagamento, quale il Sepa Direct Debit – sistema su cui si basa ScuolaPay, n.d.r. – , senza che essa sia stata al contempo integrata nel sistema PagoPA, impedendone, quindi, l’uso tout court, con possibili effetti anche sull’efficienza della riscossione e sui costi sopportati dai debitori”.

 

 

Ancora maggiore è la confusione generata da alcune Scuole che hanno chiesto ai genitori di ricevere pagamento solo attraverso PagoInRete, cosa che è maggiormente fuorviante, in quando PagoInRete non è sinonimo di pagoPA, ma ci sono numerosi Prestatori di Servizi di Pagamento che offrono il servizio di pagamento con pagoPA e quindi ancora maggiormente, PagoInRete non può essere imposto obbligatoriamente.

Questo premesso per chiarezza, ScuolaPay è fortemente favorevole alla digitalizzazione dei pagamenti nelle scuole e quindi siamo favorevoli comunque all’introduzione di pagoPA (che abiliteremo entro breve come sistema di pagamento disponibile, grazie alla tecnologia messaci a disposizione dal nostro partner SisalPay) e di PagoInRete, che sta facendo un ottimo lavoro per creare un grande archivio con tutte le scadenze di pagamento verso le scuole pubbliche, con cui ci stiamo relazionando per poter integrare la lettura delle scadenza di pagamento presso le scuole pubbliche come già stiamo facendo con le scuole private e paritarie. 

 

Riferimenti:

https://www.agcm.it/media/comunicati-stampa/2020/11/S4007

https://www.corriere.it/economia/lavoro/20_novembre_05/antitrust-non-solo-pagopa-pagamenti-pubblici-8dd0e9b2-1f5d-11eb-a173-71e667bc7224.shtml

https://www.pagopa.gov.it/it/pagopa-spa/comunicati-stampa/2020-11-05-comunicato

https://www.corrierecomunicazioni.it/pa-digitale/pagopa-tegola-antitrust-non-sia-unico-sistema-di-pagamento/