Vi segnaliamo un articolo molto interessante su “Tuttoscuola” di ottobre 2019 a firma della Presidente Associazione Genitori A.Ge Toscana, Rita Manzani Di Goro, dal titolo “Detrarre al 100% le spese scolastiche”.

La Presidente Manzani Di Goro sottolinea come “da uno studio fatto nelle classi seconde elementari di un comprensivo piuttosto attivo è emerso che in un anno i genitori, fra gite, uscite didattiche, laboratori con esperti, teatro e quant’altro, avevano investito un po’ più di 1.600 euro (circa 65 euro a famiglia) teoricamente detraibili dalle rispettive dichiarazioni dei redditi.

Questo senza considerare i contributi volontari versati all’atto dell’iscrizione né l’eventuale, vietatissima ma ancora presente, “cassa scolastica” raccolta direttamente dal rappresentante di classe. Da notare che stiamo parlando del primo ciclo della scuola primaria e che le spese crescono geometricamente nel prosieguo degli anni fino a raggiungere già nella scuola media importi di centinaia di euro con i viaggi di istruzione all’estero, le certificazioni linguistiche ecc. Né c’è da meravigliarsi, perché in più occasioni ci è stato testimoniato che è normale per un rappresentante di classe della scuola dell’infanzia chiedere cento euro l’anno a ciascuna famiglia per l’acquisto di biscotti, Scottex, cartoncini e pennarelli. A monte stanno ovviamente le insegnanti, che all’inizio dell’anno scolastico, invece che chiedere in direzione, consegnano una sostanziosa lista di beni indispensabili ai volonterosi ma poco informati rappresentanti di classe operando così una gestione fuori bilancio assolutamente vietata dalle norme di contabilità pubblica.

Molti genitori non sono consapevoli del loro diritto a detrarre le spese sostenute per l’istruzione dei propri figli, oppure non sanno come richiedere una ricevuta soprattutto nei casi abbiamo fatto un versamento bancario o a mano al rappresentante di classe.

Intervistando numerosi D.S.G.A., abbiamo appurato che spesso la scuola fornisce ricevute sulla “buona fede” di una dichiarazione da parte del genitore che dice di aver “consegnato” la propria quota a mano al rappresentante di classe.

Ricorda ancora la Presidente Manzani Di Goro: “Nel caso in cui il pagamento sia effettuato per più alunni o studenti, ad esempio dal rappresentante di classe, ai fini della fruizione della detrazione è necessario che l’istituto scolastico rilasci un’attestazione dalla quale risultino i dati di ciascun alunno o studente. Per contro, ci sono genitori che richiedono la certificazione anche dei versamenti per i quali già in possesso della ricevuta di pagamento.

Le segreterie, dal canto loro, trovano oggettivi limiti nel certificare i pagamenti effettuati. Capita spesso infatti che nel corso dell’anno la composizione di una classe vari per trasferimenti in entrata o in uscita, oppure che la sensibilità delle famiglie porti a un tacito accordo per farsi carico collettivamente del disagio di un particolare nucleo familiare. Visto che nel caso di versamenti cumulativi questo non può risultare dalle scritture contabili, come può il direttore amministrativo certificare ciò che di fatto non sa? Se invece i versamenti sono singoli, come andare a ricercare i versamenti di una specifica famiglia in mezzo a qualche migliaio di altri?”

Una soluzione ci sarebbe, tramite PagoInRete, ma costringerebbe il D.G.S.A. a gestire richieste e incassi di micropagamenti attraverso il sistema, senza l’aiuto indispensabile die rappresentanti di classe. Infatti come sottolinea la Presidente Manzani Di Goro, in merito alla soluzione di PagoInRete: “Tutto assolutamente vero e sacrosanto, se non si considerano i limiti oggettivi della piattaforma. Ad esempio, esistono dei bug che non consentono alla segreteria di predisporre i pagamenti se non aggirando l’ostacolo e soprattutto è necessario associare ogni singolo alunno al genitore versante, individuato con codice fiscale ed e-mail. C’è da dire che i genitori sono già tutti registrati sulla piattaforma ministeriale con le medesime e-mail e password utilizzate a suo tempo per l’iscrizione on line, però non è detto che ne abbiano tenuto traccia; inoltre debbono comunque comunicare alla scuola i propri estremi per essere associati al figlio o alla figlia. Incredibile a dirsi, se anche la scuola utilizza la piattaforma ministeriale SI-DI, il sistema individua automaticamente gli alunni delle singole classi, ma non i rispettivi genitori e questo comporta un lavoro certosino a monte da parte delle segreterie; lo stesso in corso d’anno per le eventuali modifiche del numero dei paganti.”

Con ScuolaPay abbiamo risolto questo problema. Il rappresentante crea una raccolta per una specifica attività di scolastica, invita i genitori a partecipare ed ognuno versa la propria quota con un semplice clic.

Terminata la raccolta delle quote, il rappresentante invia il denaro raccolto al conto della scuola che si vede anche recapitare informaticamente il dettaglio di ogni quota versata con codice fiscale del genitore e del figlio per cui è stato fatto il versamento e può emettere le proprie ricevute, su richiesta. Inoltre, presto saranno anche disponibili le ricevute dei pagamenti delle singole quote scaricabili dall’App dei singoli genitori e quindi per i D.G.S.A. ci sarà un lavoro in meno.