Già nel 2000, con l’allora ministro dell’istruzione Luigi Berlinguer, si pensava all’ipotesi un modello di scuola superiore in 4 anni. L’idea però fu accantonata definitivamente fino al 2017 quando il governo diede il via all’effettiva sperimentazione, valida solo per i licei, del ciclo quadriennale, al fine uniformare il nostro sistema di istruzione a quello di buona parte dei Paesi dell’Unione europea. In questo momento, la sperimentazione interessa circa 200 scuole, ma recentemente l’attuale ministro della pubblica istruzione Patrizio Bianchi ha proposto di estendere per l’anno 2022/2023 l’applicazione di questo modello a circa 1000 istituti, anche tecnici e professionali, su tutto il territorio nazionale.

La didattica della scuola superiore in 4 anni

L’idea di un ciclo di scuola superiore in 4 anni potrebbe far pensare immediatamente a una sostanziale sottrazione di ore all’attività didattica e di conseguenza a una serie di possibili lacune per quanto riguarda la preparazione scolastica dei ragazzi, ma le cose in realtà non stanno proprio in questo modo. Parallelamente alla diminuzione delle ore, l’idea sarebbe quella di rivoluzionare completamente la didattica rispetto a quella “classica” inserendo una serie di discipline, ovviamente diversificate in base al percorso di studi di riferimento, che possano garantire un passaggio più fluido dal mondo della scuola a quello del lavoro. Gli studi relativi allo sviluppo sostenibile, alla transizione ecologica e all’educazione civica sono solo alcune delle materie che verranno inserite in questo modello di sperimentazione didattica. Inoltre il decreto prevede un sostanzioso incremento dell’utilizzo di strumenti digitali e di attività laboratoriali.

I benefici della scuola superiore in 4 anni

Nei Paesi membri dell’Unione europea in cui è previsto il ciclo di scuola superiore in 4 anni i ragazzi ottengono il diploma all’età di 18 anni invece che a 19, questo significa accedere all’università o affacciarsi al mondo del lavoro con un anno di anticipo e di conseguenza avere a disposizione un anno di tempo in più per realizzarsi professionalmente o accademicamente. Oltre a questo, l’incremento delle attività laboratoriali hanno come finalità quella di abituare fin da subito i ragazzi al collaborare in team, qualità ormai necessaria e ricercatissima in qualsiasi ambiente di lavoro. Infine, in particolare i laboratori digitali, agevoleranno idealmente l’approccio degli studenti alle nuove professioni, che fino a questo momento erano relativamente considerate in ottica formativa dalla didattica tradizionale del ciclo quinquennale.

Come aderire al progetto di ciclo quadriennale

Qualsiasi istituto che abbia intenzione rinnovarsi aderendo al progetto sperimentale dovrà garantire necessariamente una serie di parametri relativi alla formazione degli studenti. Oltre alle già citate attività di laboratorio e all’incremento della digitalizzazione scolastica ogni scuola dovrà adottare l’uso della metodologia Clil, ovvero l’insegnamento di contenuti in una lingua straniera, così da poter approfondire lo studio sia della relativa disciplina, sia della lingua stessa. L’obiettivo del ciclo di scuola superiore in 4 anni resta quindi quello di uniformare il più possibile il nostro modello formativo a quello europeo. Tra le altre cose, ogni istituto che avrà facoltà di aderire al progetto verrà monitorato da un Comitato scientifico nazionale che alla fine di ogni anno avrà il compito di valutare l’andamento delle scuole sperimentali e trasmettere una relazione al ministero della pubblica istruzione. 

La scuola superiore in 4 anni regione per regione

Come si può immaginare, la distribuzione sul territorio italiano degli istituti che potranno aderire al progetto di scuola superiore in 4 anni muterà a seconda di alcune variabili come ad esempio il numero di scuole presenti nelle varie regioni e di conseguenza la relativa popolazione scolastica. In Molise le classi sperimentali saranno potenzialmente solo 6, il numero più esiguo, mentre in Basilicata si potrebbe arrivare a 13 e in Umbria a 15. Maggiori possibilità avranno invece gli studenti di Emilia-Romagna, Puglia, Veneto e Sicilia, rispettivamente con 64, 68, 72 e 96 potenziali classi sperimentali. Numeri decisamente più consistenti riguardano invece il Lazio con 103 classi, la Campania con 135 e la Lombardia con 150.

Se vuoi approfondire la scelta della scuola superiore dopo la terza media puoi leggere l’articolo dedicato

Immagine di copertina da FreePik