Una relazione scuola-famiglia serena, basata sulla cooperazione, è fondamentale per la crescita scolastica degli alunni, soprattutto quando questi ultimi hanno qualche difficoltà a scuola.

Sotto gli occhi di tutti, c’è il fatto che la relazione scuola-famiglia si è completamente rivoluzionata, negli ultimi 50 anni. Tutti abbiamo sentito, dalle persone più attempate, le storie che cominciano con “ai miei tempi”: spesso si parla di maestri considerati come autorità educative massime oppure della scuola come luogo di riscatto sociale, unica a detenere i metodi di apprendimento corretti.

Perché è importante mantenere il ruolo educativo della scuola

Non stiamo dicendo che oggi la scuola abbia perso il suo preminente ruolo educativo, anzi. Però la relazione scuola-famiglia è senza ombra di dubbio molto cambiata, principalmente perché è stato rimesso in discussione il ruolo educativo della scuola.
Non possiamo non evidenziare, purtroppo, che la scuola si trova ad affrontare molte difficoltà, come le classi troppo numerose, il precariato dei docenti, la mancanza fondi, per cui si riducono i progetti formativi ecc.

Inoltre, la figura del Maestro ai tempi del social deve fare i conti con tutta una serie di strumenti educativi alternativi: da un lato internet, dall’altro la diffusione di massa, di comportamenti non sempre molto educativi di coetanei o adulti, che i bambini potrebbero imitare.

Infine, ci sono anche i genitori che, frequentemente, attuano modalità difensive, come attribuire ogni responsabilità alla scuola, sminuire i metodi di insegnamento o i docenti ecc. Sicuramente, entrare in contatto con l’insuccesso del proprio figlio, genera ansia nel genitore.

Tutto ciò, rende complessa la relazione scuola-famiglia e crea un clima sfavorevole, che impedisce agli alunni di vivere con serenità l’esperienza scolastica. Anche per questo, il ruolo formativo della scuola è più importante che mai. Nella scuola si trovano, infatti, ancora i migliori formatori educatori, che abbiamo a nostra disposizione, non solo per uno sterile nozionismo.

L’insegnante ha il compito di formare, ogni giorno, bambini e ragazzi all’educazione civica e di aiutarli a trovare un ruolo sereno e funzionale, all’interno della società degli adulti.

Il ruolo educativo della scuola è primario.

La relazione scuola-famiglia

All’interno di questo contesto, in cui il ruolo educativo della scuola si trova spesso socialmente compromesso, ecco che la relazione scuola-famiglia acquisisce un posto di primo piano. È solo unendo le proprie forze pedagogiche, che genitori e insegnanti possono coltivare gli interessi dei bambini e dei ragazzi, per renderli cittadini competenti.

È vero che, spesso, visioni educative contrastanti oppure semplici incomprensioni, rendono la relazione scuola-famiglia non sempre facilissima.

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Il ruolo importantissimo dello psicologo scolastico

D’altro canto, quando entrano a scuola, gli alunni devono fare i conti con due modelli da raggiungere, quali “il figlio ideale” e “l’alunno ideale”. Ciò, può aumentare i livelli di frustrazione, nei bambini, e abbassare la loro autostima, che, a quest’età, è strettamente correlata con le aspettative degli adulti, in questo caso, genitori e insegnanti.

Qui, entra in gioco il ruolo fondamentale dello psicologo scolastico, che serve a formare gli insegnanti e a supportare gli alunni, a prevenire comportamenti disturbi e a rischio e a facilitare la cooperazione nella relazione scuola-famiglia.

Nell’esperienza pratica, lo psicologo scolastico è la figura in grado di mediare, tra le legittime esigenze di una famiglia e il ruolo educativo della scuola. Spesso gli psicologi sanno dialogare con tutti, perché introiettano sia le esigenze degli adulti sia quelle dei bambini e ragazzi. In fondo, sono formati per questo!

Ecco perché bisognerebbe lasciare da parte i pregiudizi e – se si hanno problemi nella relazione scuola-famiglia –  considerare almeno l’ipotesi, di affidarsi allo psicologo scolastico.

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