Il nuovo DPCM sul Coronavirus, firmato da Giuseppe Conte il 18 ottobre, non prevede la chiusura delle scuola: dall’infanzia, alle scuole elementari e medie, si continuerà con la didattica in presenza. Per le superiori, invece, il decreto prevede un rafforzamento della didattica a distanza e orari scaglionati, con ingresso non prima delle 9. Queste disposizioni entreranno in vigore da mercoledì 21 ottobre.
“Fermo restando che l’attività didattica ed educativa per il primo ciclo di istruzione e per i servizi educativi per l’infanzia continua a svolgersi in presenza, per contrastare la diffusione del contagio, previa comunicazione al Ministero dell’istruzione da parte delle autorità regionali, locali o sanitarie delle situazioni critiche e di particolare rischio, riferito ai specifici contesti territoriali, le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado, adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga, in ogni caso, prima delle 9.00.
Allo scopo di garantire la proporzionalità e l’adeguatezza delle misure adottate è promosso lo svolgimento periodico delle riunioni di coordinamento regionale e locale previste nel Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione per l’anno scolastico 2020/2021.“
Questo vuol dire che le scuole non chiudono. Dall’infanzia alle medie, passando per le elementari, si continuerà solo e unicamente con la didattica in presenza. Nell’ultimo dpcm, firmato il 18 ottobre dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si ribadisce che le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole media continueranno a svolgere le lezioni di presenza. Ovviamente, tutto in sicurezza, onde evitare contagi da coronavirus.
Le scuole secondarie di secondo grado dovranno organizzarsi e adottare “forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica”. Ciò vuol dire, rafforzare maggiormente la didattica digitale a distanza, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, per contrastare la diffusione del coronavirus.
“La scuola resta aperta. Si continua con la didattica in presenza, come chiedevamo”. Lo scrive su Facebook la Ministra dell’istruzione Lucia Azzolina, dopo la conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, sulle nuove misure del Dpcm in arrivo. La Ministra assicura: “Sono stati salvaguardati i diritti di studentesse e studenti. Possibile implementazione della didattica digitale integrata e flessibilità sugli orari per le scuole superiori, ma solo attraverso interventi mirati”, scrive su Facebook.
Il Dpcm è in vigore a partire dal 19 ottobre, ma le disposizioni relative alla scuola saranno effettive solo a partire dal 21 ottobre, al fine di dare la possibilità alle scuole di organizzarsi in maniera più efficiente. Indicazioni più specifiche, arriveranno nei prossimi giorni o nelle prossime ore. Il Dpcm che resterà in vigore fino al 13 novembre.
Maggiore libertà viene, invece, concessa alle università che, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento, potranno decidere in modo autonomo.
“Le università, sentito il Comitato Universitario Regionale di riferimento, predispongono, in base all’andamento del quadro epidemiologico, piani di organizzazione della didattica e delle attività curriculari in presenza e a distanza, in funzione delle esigenze formative, tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale e delle corrispondenti esigenze di sicurezza sanitaria. Tali disposizioni si applicano, per quanto compatibili, anche alle Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica”.
Rimane, ovviamente, l’obbligo del rispetto delle linee guida del Ministero dell’università e della ricerca, per limitare la diffusione del coronavirus degli studenti, così come continuano ad essere raccomandare le norme igienico sanitarie, valide dall’inizio della pandemia.
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