Chi si sarebbe immaginato, a novembre dell’anno scorso, che le vacanze scolastiche di Natale avrebbero subito l’impatto di una pandemia di Covid? Come saranno le vacanze scolastiche di Natale con il Covid? Di seguito, vi elenchiamo qualche proposta.
Difficile immaginare i mercatini, le raccolte fondi, le lotterie in mascherina. La stessa presenza fisica in aula è messa in discussione in questi giorni: le superiori stanno chiudendo a tappeto, e in diverse zone a rischio si preannuncia la chiusura anche delle medie.
Quindi, già che ci siamo, perché non anticipare le vacanze natalizie? Questa è la proposta emersa dal sindacato scolastico Uil.
La chiusura per Natale dovrebbe iniziare tra il 23 e il 24 dicembre, a seconda delle Regioni. Pino Turi, segretario generale di Uil Scuola, propone di anticipare la seconda ondata di contagi, facendo un’operazione mai effettuata da altri Paesi, che resterebbe un unicum, anche nella storia italiana: chiudere adesso, per riprendere con calma più avanti.
«Per far fronte ad una situazione eccezionale – sostiene Turi – servono strumenti eccezionali. È propaganda dire che in Francia le scuole sono aperte, perché nelle ultime due settimane sono state chiuse, dall’infanzia alle secondarie superiori, per le vacanze autunnali. Ogni Paese ha il suo modello, non così facilmente semplificabile ed equiparabile».
Difficile fare una previsione, soprattutto perché sono nell’aria nuove misure – se ne discuterà il 15 novembre. Per ora, l’apertura anticipata è solo una proposta, da parte del sindacato Uil, e non ci sono prospettive di realizzazione immediata.
Un probabile rischio, per i genitori, è quello di tornare alla situazione di marzo, con i figli a casa e l’obbligo di recarsi fisicamente al lavoro, o anche di lavorare da remoto. Le previsioni per le vacanze scolastiche di Natale, però, sono impossibili e bisogna rimanere a osservare la curva dei contagi e le conseguenti misure governative.
Inutile fasciarsi la testa prima di rompersela: una possibile e auspicabile alternativa alle celebrazioni fisiche sono le celebrazioni in digitale.
Spesso considerate una riproposizione più triste di quelle live, le feste e le raccolte fondi digitali possono avere, invece, un discreto fascino, se gestite correttamente.
Dimentichiamoci l’immagine di bimbi tristi che recitano le poesie di Natale in webcam, senza pubblico.
Ci sono diversi sistemi estremamente creativi per creare un gioco collettivo, che non necessiti di essere fisicamente in una stanza. Dalle cacce al tesoro virtuali, agli indovinelli, alle vere e proprie battaglie online.
Nei Paesi anglosassoni è nata un’intera disciplina che si occupa di “rendere un gioco” tutte le attività che originariamente non lo erano: ciò si chiama gamification.
L’obiettivo è sempre uno: munirsi fin da ora di un programma, per evitare di trovarsi impreparati al prossimo lockdown.
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